La Storia di Tullio

Quando vide la luce, nel lontano 1958, la “Trattoria Tullio” era solo una botteghina di frutta e verdura nel paesino di  Montebeni, composto a quel tempo solo da poche case abitate per lo più da contadini.

La Bottega di Tullio

Questo piccolo paese, prossimo a Fiesole ma vicinissimo anche a Firenze, è circondato da campi e boschi che erano allora, in particolare nei fine settimana, meta assidua di numerosi cacciatori. E proprio la “bottega di Tullio” era il ritrovo dove cercavano ristoro questi cacciatori, rifocillandosi con ricche merende di formaggi, affettati e bruschette.

Con il trascorrere del tempo cominciarono le richieste di “qualcosa di caldo”: fu così che i genitori di Tullio, nonna Emilia e nonno Mario, cominciarono a preparare dell’ottima pasta fatta in casa, condita con semplice sugo di carne o di lepre, che talvolta era dono degli stessi cacciatori.

Un’altra proposta piacevolmente accolta fu quella della ribollita (piatto tuttora largamente richiesto dai clienti), insaporita da un gustoso olio d’oliva ancora oggi sapientemente prodotto da Tullio.

Fu così che la semplice bottega di alimentari si trasformò lentamente in piccola trattoria con due sole salette di circa cinquanta posti a sedere, dove si proponevano piatti tipicamente toscani, semplicie e genuini, quali il coniglio e il pollo fritti accompagnati da pane e verdure, anch’essi fritti, nonché gli arrosti e la famosa bistecca alla fiorentina cotta sulle braci di legna di quercia. Il dolce che la nonna preparava era la crostata di marmellata di more con un “gottino” di Vin Santo.
I nonni non erano i soli a mandare avanti la trattoria: ad aiutarli c’erano anche Tullio con la moglie, le sorelle e le due zie.
La genuinità e la schiettezza con cui si proponevano ai propri clienti fu uno dei motivi per cui anche le famiglie iniziarono a frequentare la trattoria, tanto da indurre Tullio (dopo quattordici anni di crescente attività) ad ampliare la piccola bottega. Fu così realizzata una nuova sala che si affaccia sulla vallata del Sambre e che, con una capienza di ben centodieci coperti, costituisce ancora oggi il nucleo del locale.

Il Ristorante oggi

Nonostante le attrezzature di cucina, con il passare degli anni, si siano ovviamente adeguate ai tempi, la bottega di alimentari (tuttora assai frequentata) e la trattoria mantengono inalterato il fascino del passato, basti pensare che ancora oggi viene quotidianamente usato il vecchio camino a legna  dei nonni.

Il ristorante è tuttora gestito da Paolo figlio di Tullio e dalla sua famiglia e, con inalterata tradizione, sono proposte le vecchie ricette della nonna e quelle tipiche toscane nonché qualche nuova idea che si riallaccia alla cucina moderna, senza però avanzare antagonismi con le più celebri figure del panorama culinario.